Un buon problem solver

Nel precedente blog abbiamo visto gli step per attuare il problem solving, ma ci sono degli accorgimenti che possono aiutarci per essere un buon problem solver.

Quando ci troviamo di fronte ad un problema, la nostra reazione istintiva è quella di trovare subito una soluzione in modo da poter agire il prima possibile. La nostra mente, infatti, risponde in maniera quasi automatica cercando rapidamente di formulare l’ipotesi più convincente possibile in base alle informazioni a disposizione e alle nostre esperienze pregresse, senza dover ponderare ogni volta quale sia la soluzione migliore. Spesso guidati dall’illusione della comprensione delle problematiche formuliamo soluzioni affrettate ed erronee, senza avere approfondito il quadro completo. Invece, il primo passo è lo studio del problema, non l’ipotesi. Un buon problem solver non avanza soluzioni in maniera impulsiva.  

Lo sbaglio più comune nella risoluzione di un problema sta nella scorretta comprensione, ovvero a una poca attenzione nella definizione del problema. Per definire un problema in maniera chiara e precisa bisogna innanzitutto fare domande. Inoltre, avvalersi di un esperto è un utile supporto per comprendere il problema e per individuare le informazioni necessarie a delineare un progetto di risoluzione.

Siamo umani, gli errori possono capitare e fanno parte del processo; se ci accorgiamo di aver commesso un errore, dobbiamo essere pronti a rimettere in discussione le scelte fatte e formulare nuove soluzioni. Seguendo una frase di Albert Einstein “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”, un buon problem solver deve essere impostato sull’umiltà intellettuale: riconoscere i propri limiti ed essere in grado di mettere in dubbio anche ciò che già conosce. La capacità di cambiare idea e di ripensare potenzia l’abilità di trovare soluzioni nuove e funzionali. Ripensare significa infatti vedere le cose da punti di vista differenti, esplorare i problemi con curiosità ed essere aperti all’idea di dover imparare qualcosa di nuovo. 

Allenare alcune competenze trasversali che più delle altre concorrono a sviluppare la capacità di risolvere i problemi: la consapevolezza, necessaria per acquisire una visione globale della questione in analisi; la capacità di ascolto attivo, anche attraverso “l’ascolto del non detto”, utile per individuare il problema sin dall’inizio; la curiosità, che spinge a valutare più possibilità di soluzioni anche inedite; la creatività, che aiuta a sperimentare nuove forme e dar vita a soluzioni inaspettate; grinta e determinazione, per non fermarsi davanti al primo ostacolo e andare avanti verso la soluzione.

In Colloi Plus applichiamo la mappa mentale per generare idee e soluzioni, uno strumento visuale che serve a riportare la complessità dei pensieri emersi nel brainstorming e a creare collegamenti tra di essi. Rendere le idee visibili ci aiuta a costruire una comprensione condivisa del problema, esplorare le opzioni e creare scelte chiare e intelligenti. La nostra mente è in grado di processare tra loro un maggior numero di idee quando queste sono visibili ai nostri occhi. Inoltre, l’atto stesso di scrivere, annotare e tracciare schemi su un supporto fisico, attiva molte più aree del nostro cervello rispetto ad una semplice discussione, stimoliamo la creatività.

Mai sottovalutare il potere della visualizzazione! 

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