Problema?

Quest’anno per una importante realtà di hospitality abbiamo realizzato un team building basato sul gioco di ruolo; l’obiettivo era rendere consapevoli i partecipanti provenienti dalle diverse divisioni sulle dinamiche relative ai problemi legati al ruolo dei colleghi e, più in generale, sulle dinamiche lavorative di tutta l’azienda. Il fulcro è stato quello di mettere in scena più storie, nelle quali i partecipanti si trovano ad affrontare un ostacolo; risolvere così il problema in maniera diversa, sulla base delle personali capacità e conoscenze.

Da qui lo spunto per questo articolo: condividere ciò che ho appreso negli anni per facilitare la risoluzione dei problemi.

Per risolvere una situazione bisogna innanzitutto riconoscere che c’è un problema e identificarne la natura. La fase iniziale è quella fondamentale, occorre riconoscere, analizzare e definire il problema; può sembrare ovvio ma nella maggior parte dei casi non è detto che tutti i soggetti coinvolti percepiscano il problema come tale.
Si passa a un periodo di osservazione, analisi e ricerca dettagliate al fine di ottenere un quadro chiaro e completo della problematica per definire il problema razionale, cioè come qualcosa che può essere risolto con le persone, i mezzi e i tempi che abbiamo a disposizione.
Vengono così anche evidenziate le difficoltà e gli obiettivi da raggiungere per una risoluzione di successo. L’identificazione e la strutturazione del problema sono step molto importanti e delicati, qualora questi non venissero analizzati completamente potrebbero comportare problemi nella successiva fase di implementazione.

Mi piace citare una frase di Albert Einstein che riassume l’importanza del pensiero appena espresso: “Se avessi solamente 60 minuti per risolvere un problema, passerei 55 minuti per definirlo e 5 a trovare la soluzione”.

Si giunge poi al momento di pensare ad una serie di possibili soluzioni. Questa fase è la più complessa del problem solving in quanto comporta un’analisi approfondita, con i relativi “pro” e “contro”, delle diverse possibili soluzioni.
Lo step successivo è quello di procedere con la selezione delle soluzioni sino ad arrivare alla scelta decisiva, quindi alla messa in atto della soluzione scelta.
La fase finale del problem solving si occupa di verificare il successo di quanto operato.

La pratica che utilizziamo spesso in Colloi Plus durante gli eventi è quella del brainstorming: ogni soggetto esprime senza freni le proprie idee e opinioni su possibili soluzioni, dando libero sfogo alla creatività, ognuno guidato anche dal proprio ambito di competenza. Per mantenere originale l’evento, la creatività è l’ingrediente fondamentale per generare soluzioni innovative.

Esistono poi altre tecniche pratiche, come l’analisi scritta, la tecnica del come peggiorare, la tecnica dello scenario oltre il problema, la tecnica dei piccoli passi e i giochi di ruolo.
A mio avviso, proprio i giochi di ruolo sono una delle strategie più efficaci quando ci troviamo a collaborare con un team, specialmente in ambito professionale. Tale tecnica comporta due vantaggi: il coinvolgimento motivato e divertente delle persone e l’esperienza che gli stessi individui acquisiscono in merito alla risoluzione delle problematiche aziendali. 

Non mi resta che augurare… un buon problem solving a tutti!

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