Leader vs Manager

Le teorie sulla leadership abbondano e a volte discordano tra loro. Ciò che molti leader sembrano avere in comune è l’abilità di risvegliare nei propri collaboratori emozioni primitive.

Max Weber (sociologo tedesco 1864-1920) ha utilizzato il termine carisma per illustrare questa strana influenza che alcuni leader esercitano sui collaboratori, secondo lui “il leader ha una certa qualità della personalità di origine divina che lo eleva al di sopra delle persone comuni.” Il leader carismatico è sensibile all’ambiente e ai bisogni dei collaboratori, capace di articolare una visione strategica, di assumersi il rischio e di agire in modo non convenzionale.

Abraham Zaleznik (psicoanalista e docente alla Harvard Business School) nel suo articolo “Manager e Leader: sono diversi?” parla di “leader che suscitano forti sentimenti di identificazione e di differenziazione, di amore e di odio. Le relazioni umane all’interno di strutture dominate da un leader appaiono spesso turbolenti, intense e talvolta disorganizzate. Tale atmosfera accresce la motivazione individuale e spesso produce risultati imprevisti.

È a mio avviso utile affrontare la distinzione e la sovrapposizione tra i concetti di leadership e management. Il Leader ha una capacità di visione, riesce a creare una direzione su cui poter far convergere i propri collaboratori. È innovativo, persuasivo, coraggioso ed orientato al lungo termine. Il Manager invece ha una capacità operativa, dirige e guida un’organizzazione verso l’obiettivo stabilito dal leader. È attento agli interessi dei collaboratori, team builder, partecipativo.
Entrambi devono possedere caratteristiche quali essere credibile, comunicativo e costruttore di consapevolezza. In questa prospettiva, i leader prendono decisioni su dove deve andare l’organizzazione, mentre i manager possono solo decidere su come deve avvenire questo percorso. In pratica, il manager si occupa di decisioni quotidiane, routinarie, che non possono cambiare le sorti o l’orientamento di una organizzazione. Il leader invece prende le decisioni strategiche determinanti per il futuro dell’organizzazione.

Questa distinzione tende però ad essere sempre più sfumata nella maggior parte dei contesti organizzativi attuali, dove anziché contrapporre le due figure, si cerca di trovare punti in comune e beneficiare di una reciproca contaminazione. I ruoli di leadership possono infatti trarre giovamento da una visione più concreta dell’organizzazione. I ruoli manageriali possono invece adottare nella propria operatività una visione più orientata al lungo termine, allineando meglio il bene collettivo alle esigenze individuali delle persone.

Ecco perché è sempre più presente la figura del Manager-Leader che traccia in modo eloquente una visione seducente del futuro, definisce mete ambiziose, ma raggiungibili, si sforza di allineare la visione, la strategia e le azioni, e nelle situazioni difficili dimostra risolutezza e coraggio analizzando la competizione e sviluppando strategie per essere all’avanguardia. Si sforza di infondere energia e ispirazione nei suoi seguaci, ascoltando i suoi collaboratori, costruendo la fiducia, creando opportunità di apprendimento e crescita, abbracciando il cambiamento e ponendo gli interessi dell’organizzazione davanti ai suoi.

Dal mio punto di vista, il concetto di leadership è un modo di essere che deve tenere conto del periodo storico in cui si manifesta, del contesto pubblico e aziendale in cui si esercita, dello scenario socio-politico del momento e delle esigenze delle persone a cui ci rivolgiamo e con cui lavoriamo.

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