La forza della comunicazione

Pre-evento è importantissimo il briefing con i diversi reparti coinvolti. Per iniziare richiamo l’attenzione con uno storytelling e faccio domande per ingaggiare; comunico in modo chiaro i messaggi dando un focus sui key points, utilizzando immagini o parole “speciali” per imprimerli. Mi accerto che i messaggi arrivino e faccio un riepilogo dei punti chiave per assicurarmi che rimangono scolpiti. Segue la call to action, la chiamata all’azione, e chiudo con una frase di incitamento.

 

La comunicazione è uno scambio di informazioni e di influenzamento reciproco che avviene in un determinato contesto per il raggiungimento di un obiettivo. La comunicazione deriva da un comportamento e non solo da un voler dire qualcosa. Tutto ciò che avviene in uno scambio è comunicazione. Un nostro comportamento influisce e comunica agli altri, è impossibile avere un non-comportamento; anche con il silenzio si sta comunque inviando un messaggio, si trasmette la volontà di non comunicare. La comunicazione può essere involontaria, mentre quella volontaria a volte può essere inefficace.

 

La comunicazione ha tre livelli: quello verbale, le parole dette e scritte, la trasmissione di informazioni e non di emozioni; quello non verbale, il linguaggio del corpo; quello paraverbale, ovvero il modo in cui si comunica attraverso il tono, il volume, la velocità, il ritmo, le pause, la musicalità.

 

Durante il briefing devo mantenere un volume di voce alto affinché tutti possano sentirmi, un tono fermo per trasmettere sicurezza, un’espressione distesa per rassicurare e allontanare ansie, fare le giuste pause per enfatizzare i passaggi più delicati.

 

Per avere una comunicazione efficace, occorre saper scegliere le parole giuste, utilizzandole correttamente, l’uso di alcune parole rispetto ad altre indica un pensiero o un atteggiamento differente. Comunicarle nel modo giusto, usando frasi proattive, evitando di usare il negativo e le parole dette killer, quelle che spengono; le parole influenzano direttamente il nostro cervello e influenzano i nostri comportamenti. Usare quindi l’atteggiamento giusto: la comunicazione efficiente deve avere coerenza fra verbale, non verbale e paraverbale.

 

Faccio sempre attenzione all’uso della negazione, non utilizzando frasi come «non preoccupatevi» oppure «non agitatevi», perché la reazione suscitata è quella di agitarsi ancora di più. Ciò accade perché il cervello elabora principalmente per immagini e non processa la parola NON. È come dire a un bambino di non correre e al 90% lui si metterà a correre!

 

La comunicazione, se efficace ed efficiente, può fare la differenza per la riuscita dell’evento stesso. Il come comunicare va allenato, con dedizione si possono ottenere risultati sorprendenti.

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