Gli studi sul management

Trovo stimolante fare formazione, perché l’interazione e lo scambio di pensieri con i discenti, a tutti i livelli, mi arricchiscono di infinite sfumature e punti di vista differenti, aprendo la mia visione a favore di nuove idee.

Prima ancora di entrare in aula, mi piace la preparazione del percorso formativo da proporre perché è un’occasione anche per me per approfondire le mie conoscenze e studiare nuovi argomenti.

 

Ho realizzato dei moduli su Event & Project Management come docente per Fondazione Minoprio relativo al progetto Tecnico Superiore – Food&Beverage Management. In apertura del corso ho condiviso il tema del Management in senso ampio.

 

Partiamo dalla definizione del termine Management. Si tratta dell’insieme delle attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi di un’organizzazione e delle persone preposte al loro compimento. Il management è presente in qualsiasi tipo di organizzazione privata o pubblica, con scopo di lucro o no-profit, grande o piccola, attiva in qualunque settore.

 

Il primo studio sul management risale all’inizio ‘900 con Henri Fayol, imprenditore e ingegnere francese, amministratore delegato in ambito minerario, la cui azienda, sotto la sua direzione, grazie ad una politica di fusioni ed acquisizioni arrivò a contare più di mille dipendenti, cifra enorme per l’epoca. Secondo Fayol, la funzione direzionale è essenziale, universale, ha una specifica identità, è pervasiva o diffusa e si articola in 5 distinte componenti ovvero programmare, organizzare, comandare, coordinare e controllare.

 

Successivamente intorno a metà ‘900, il manager americano Chester Barbard spostò l’attenzione sulle funzioni dei manager, quali: dotare l’organizzazione di un efficace sistema di comunicazione per garantirne il corretto funzionamento; presidiare e gestire tutti i processi relativi alle risorse umane, formulare e definire gli scopi, gli obiettivi e i fini dell’organizzazione. La struttura manageriale dipende dalle caratteristiche dell’organizzazione per dimensione, orientamento strategico, obiettivi e dell’ambiente in cui essa opera.

 

Alla fine del ‘900 con l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché con la globalizzazione dell’economia, al management si è aperto un nuovo scenario. Peter Ferdinand Drucker economista austriaco naturalizzato statunitense, ha individuato le caratteristiche del dirigente, tracciandone un efficace profilo. La capacità di intuire le relazioni importanti per risolvere uno specifico problema gestionale consente di definire un portafoglio di azioni, all’interno delle quali poi si scelgono quelle che rispondono agli interessi dell’impresa per gestione e per obiettivi. Avvalersi del supporto di consulenti esterni nel processo decisionale aiuta il dirigente a concentrarsi sulle opportunità, anziché sui problemi, a formalizzare i piani di azione e ad attribuire le responsabilità. Creare e lavorare con una squadra di collaboratori competenti è espressione della consapevolezza di avere una responsabilità definitiva, che non si può né condividere, né delegare, ma che si alimenta e si rinnova solo se si gode della fiducia dell’intera organizzazione.

 

Ho riportato alcuni passaggi storici a mio parere significativi, ma numerosi sono gli studi in merito che sono emersi dalla mia ricerca. È lapalissiano che sarà una continua evoluzione!

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